Eventi a Bologna Venerdì 17 Maggio 2019
Trovati 2 eventi in programma
Venerdì 17 Maggio 2019 dalle 22.00 alle 02.00
Alma In Dub // 17-05-19 // Via Zamboni 38
⭕ VENERDì 17 MAGGIO 2019⭕
----> H.22:00 @ViaZamboni38 <----
Ritroviamoci un nuovo momento di autogestione e musica dal basso. Una nuova occasione per vivere l'Università in maniera differente, per rompere quel ritmo che ci viene imposto: studia-lavora-consuma.
Un'altra occasione per dimostrare come l'autogestione dei nostri spazi sia in grado di soddisfare i nostri bisogni e i nostri desideri (anche quello di ascoltare buona musica senza pagare cifre esorbitanti per l'ingresso) a differenza di chi dice di avere a cuore le nostre esigenze mentre le uniche esigenze che ha a cuore sono quelle delle sue tasche.
Riprendiamoci spazi e tempi a misura dei nostri bisogni!
Questa sera ad attraversare e far vivere l’università ribelle ed autogestita, ci saranno:
• David Sensi out of Peaceful Warriors sound system;
• T-Bone out of Blue Shepherd sound system;
• Dub Nico out of L'Osento Dub sound system;
• James Diddio, the Pirate;
• Hairl Dub, the Producer.
Inoltre selezioni viniliche, digitali e live mix con cantanti e strumentisti live!
Prima della notte bianca ci sarà il 1° incontro di "UNTIL THE REVOLUTION - laboratorio di critica ed ecologia politica." (https://www.facebook.com/events/576933316132195/)
📣 Non rubare, non spacciare, odia fascisti, sessisti e polizia!
Rispetta lo spazio e chi lo attraversa! 📣
Venerdì 17 Maggio 2019 dalle 19.00 alle 21.00
Taranto non è l'acciaio! Incontro con i compagni Tarantini.
🌍1° incontro di "UNTIL THE REVOLUTION - laboratorio di critica ed ecologia politica."
➡️Ormai da anni i maggiori enti di ricerca scientifica hanno lanciato l'allarme rispetto alla necessità di salvaguardare il nostro pianeta.
Le devastazioni ambientali dovute alle scellerate politiche economiche dei paesi industrializzati hanno radicalmente cambiato l'aspetto di intere nazioni, rendendo invivibili alcuni territori e danneggiandone irrimediabilmente degli altri.
L'Italia non fa eccezione, anzi subisce la volontà cieca dei vari governi che si susseguono, di voler realizzare le cosiddette grandi opere, esempi di sperpero di denaro pubblico, saccheggio ambientale e corruzione.
Il prezzo di queste grandi opere le popolazioni lo conoscono bene, lo sa ad esempio quella della città di Taranto, dov'è situato il più grande complesso industriale di ILVA (ora Arcelor Mittal), una società italiana che si occupa prevalentemente della produzione e trasformazione dell'acciaio.
Nella città di Taranto questo immenso stabilimento siderurgico è causa di un vero e proprio genocidio; l'avvelenamento delle acque determina la mutazione genetica del DNA, che provoca malattie mortali fin dalla nascita, oltre ai danni causati dai metalli pesanti che si insinuano nei corpi. Interi quartieri messi in ginocchio dal mostro ILVA, come il quartiere Tamburi, in cui i bambini e le bambine nei cosiddetti Wind days non possono frequentare regolarmente le lezioni, privati del diritto allo studio, oltre che di quello alla vita.
Questo è l'ennesimo esempio di un territorio martoriato dal ricatto salute\lavoro. Ma Taranto non ci sta più, come nessuno di noi.
La lotta contro l'ILVA è molto più di una battaglia ambientalista, e il corteo dello scorso 4 maggio ne è la prova: una giornata importante di lotta, che nonostante la pioggia ha visto scendere in piazza migliaia di persone, tra comitati e famiglie, da tutta Italia, che si sono spinti fino ai cancelli dello stabilimento per fermare questa macchina mortale. Si rivendicava la necessità di attuare una forma di welfare sostenibile che includa diritti universali, piani di lavoro alternativi, bonifiche dei territori avvenelenati, sanità pubblica e gratuita e tutela delle specificità del territorio, salvaguardando arte e cultura.
ILVA è tutt'altro che una questione relegata solamente al territorio tarantino, ma rappresenta quel tipo di modello di sviluppo sbagliato, che antepone il profitto di pochi industriali al benessere dei territori e di chi li abita.
Discutiamo di questo, di prospettive della lotta e di molto altro con alcuni compagni della Assemblea permanente Taranto, attivi nella costruzione della giornata di mobilitazione del 4 maggio.
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Presentazione del percorso:
--> https://www.facebook.com/events/286199648994523/
Al giorno d'oggi il segnale lampante delle contraddizioni che attraversano il sistema capitalistico è il cambiamento climatico.
Una questione che, soprattutto negli ultimi tempi, sta caratterizzando le piazze e le manifestazioni di tutto il mondo, attivando soprattutto giovani e giovanissimi.
Il peso di quello che è in gioco, e di quello che si rischia in toto come specie umana, come capacità di nostra riproduzione complessiva, è sempre più chiaro. Basta considerare che, oltre ogni catastrofismo, il "tempo che resta" è sempre più breve. Per alcuni addirittura "il tempo è scaduto". Bisogna agire.
Il cambiamento climatico è un processo complesso, costituito da
tantissimi fattori di crisi di stampo ecologico e politico, più o meno profonde, che insieme formano e determinano una sola gigantesca crisi mondiale.
Acque inquinate - smog- surriscaldamento dell'atmosfera –
scioglimento dei ghiacciai - desertificazione - estinzione di migliaia di specie viventi di flora e fauna ecc...
sono solo alcune facce delle mille che ha questa dinamica in
corso.
Proprio per questo motivo pensiamo che sia necessario dotarci di
strumenti e di saperi critici per affrontare la questione
consapevolmente, sapendo riconoscere i reali responsabili di questa "crisi ambientale" e per leggerla attraverso diverse lenti:
economica, sociale, scientifica ecc.
Distogliendo dalle ipotesi per cui si sia tutti "colpevoli" di quanto sta avvenendo, sottolineando le responsabilità e indicando gli interessi particolari che minacciano le vite di tutte e tutti noi.
Crediamo che la forma migliore per fare tutto ciò sia quella di
creare un laboratorio di analisi politica. Uno spazio da cui possano prendere vita futuri appuntamenti di riflessione, che vivano delle proposte di quante più persone possibile, per far sì che sia un percorso inclusivo e incisivo.
Per questo nasce "Until the Revolution - Laboratorio di critica ed ecologia politica"
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